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AGROPIRATERIA, TUTTE LE NOVITA' DEL PRIMO RAPPORTO

Dalla lotta alla contraffazione nel settore agroalimentare possono scaturire fino a trecentomila nuovi posti di lavoro. Lo afferma la Coldiretti sulla base dei dati della prima relazione sulla pirateria nel settore agroalimentare della Commissione parlamentare d'inchiesta, presentato stamane a Palazzo Rispigliosi a Roma, nel corso di un incontro al quale hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro per le Politiche Agricole Mario www.timepiecesale.co.uk Catania, il Procuratore Antimafia Pietro Grasso, il Presidente della Coldiretti Sergio Marini e anche il presidente e il direttore del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop.

Secondo i dati presentati, il fatturato del falso Made in Italy solo nell'agroalimentare ha raggiunto i sessanta miliardi di euro. ''La falsificazione sottrae al settore ben 164 milioni di euro al giorno'', afferma Coldiretti.

CON LA LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE 300MILA NUOVI POSTI DI LAVORO ED EXPORT TRIPLICATO
Le esportazioni agroalimentari potrebbero addirittura triplicare con una radicale azione di contrasto al falso Made in Italy. E' quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini. Secondo l'analisi Coldiretti/Eurispes per giungere ad un pareggio della bilancia commerciale del settore agroalimentare italiano, ad importazioni invariate, sarebbe sufficiente recuperare quote di mercato estero per un controvalore economico pari al 6,5 per cento dell'attuale volume d'affari del cosiddetto 'Italian sounding'. Ad essere colpiti sono i prodotti più rappresentativi dell'identità alimentare, come è stato evidenziato dall'esposizione della Coldiretti sui casi più eclatanti di pirateria alimentare divisi per regione. Se sul piano nazionale le recenti operazioni hanno scoperto falsa mozzarella di bufala dop ma anche vino ed olio etichettati come doc e dop senza documenti di tracciabilità, a livello internazionale sono stati scovati dai pomodori San Marzano coltivati in Usa al Parma salami del Messico, dal Parmesao del Brasile allo Spicy thai pesto statunitense, dall'olio Romulo con tanto di lupa venduto in Spagna al Chianti prodotto in California ma anche una curiosa mortadela siciliana dal Brasile, un salami calabrese prodotto in Canada, un barbera bianco rumeno e il provolone del Wisconsin.
Il comune denominatore degli esempi di imitazione e contraffazione di prodotti agroalimentari italiani, è la spinta motivazionale da cui tali comportamenti traggono origine e si diffondono a livello globale. Tale spinta motivazionale consiste nell'opportunità, per replica watches un'azienda estera, di ottenere sul proprio mercato di riferimento un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza, associando indebitamente ai propri prodotti valori riconosciuti ed apprezzati dai consumatori stranieri, il vero Made in Italy agroalimentare, in primis la qualità. ''Una concorrenza sleale - conclude la Coldiretti - nei confronti dei produttori nazionali con il rischio che soprattutto nei Paesi emergenti come la Cina si radichi tra i consumatori un falso Made in Italy che non ha nulla a che fare con il prodotto originale e che toglie invece spazio di mercato ai prodotti autentici''.

 

GLI AFFARI DELLE AGROMAFIE AMMONTANO A 12,5 MILIARDI DI EURO
L'interesse della criminalità organizzata per l'agroalimentare con il volume d'affari delle agromafie ammonta oggi a 12,5 miliardi di euro (il 5,6 per cento dell'intero business criminale). E' un ulteriore dato fornito dalla prima relazione sulla contraffazione e pirateria nell'agroalimentare. ''Le imprese agricole e i consumatori - precisa la Coldiretti - subiscono l'impatto devastante delle strozzature di filiera su cui si insinua un sistema di distribuzione e trasporto gonfiato e alterato troppo spesso da insopportabili fenomeni di criminalità che danneggiano tutti gli operatori. L'effetto è un crollo dei prezzi pagati agli imprenditori agricoli, che in molti casi non arrivano a coprire i costi di produzione, e un ricarico anomalo dei prezzi al consumo che raggiungono livelli tali da determinare una contenimento degli acquisti. I prezzi della frutta triplicano dal campo alla tavola anche per effetto delle infiltrazioni della malavita nell'attivita' di trasporto messe spesso in luce nell'attivita' investigativa''. ''Le agromafie - sottolinea la Coldiretti - investono i loro ricchi proventi in larga parte in attività agricole, nel settore della trasformazione alimentare, commerciale e nella grande distribuzione con il reinvestimento dei proventi illeciti che ha come corollario il condizionamento della libera iniziativa economica e la concorrenza sleale. Inoltre, come denunciato dalla Coldiretti, le associazioni criminali, attraverso le suddette pratiche estorsive, finiscono per determinare l'aumento dei prezzi dei beni al consumo''. ''A rischio - conclude la Coldiretti - è anche la qualità e sicurezza alimentare dei prodotti alimentari con la vendita di prodotti alimentari 'spacciati' come Made in Italy ma ottenuti in realtà con materie prime importate, speso di bassa qualità''.

 

LA PROPOSTA
Estendere nella lotta alla contraffazione alimentare gli stessi metodi di indagine utilizzati nel contrasto ai reati di mafia. E' una delle proposte a costo zero formulate dalla Coldiretti. "Tra le proposte a costo zero formulate vi è innanzitutto - riferisce la Coldiretti - l'inserimento nel codice penale del delitto di associazione a delinquere finalizzato alla commissione del reato di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari. Per coloro che commettono tale reato è poi opportuno prevedere l'interdizione dall'esercizio delle attività d'impresa, in modo da escludere lo sviluppo di successive iniziative economiche nell'ambito del settore alimentare. Ed ancora, ai fini della maggiore conoscibilità per i consumatori di comportamenti delittuosi, si deve prevedere l'obbligo di pubblicare le sentenze in caso di condanna per i delitti in materia di frodi e di false indicazioni di origine. Come la relazione preseduta dall'Onorevole Giovanni Fava ha sottolineato occorre dotare gli organismi di polizia giudiziaria di poteri investigativi già previsti nella disciplina antimafia - come ad esempio la capacità di condurre operazioni sotto copertura - anche per il contrasto dei reati in materia di tutela della salute". "Infine, è necessario aggredire il patrimonio dei soggetti dichiarati responsabili dei reati di contraffazione adulterazione - conclude la Coldiretti - attraverso la confisca dei beni utilizzati per la commissione degli stessi reati".

 

FONTE: AGENZIE DI STAMPA


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